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Bilancio sociale

Data pubblicazione: 06/07/2017

COSA E PERCHE' DI UN  BILANCIO SOCIALE DELLA SCUOLA

L’autonomia riconosciuta agli Istituti Scolastici in Italia è stata raggiunta attraverso una serie di sviluppi dell’ordinamento giuridico che possono essere datati — andando sinteticamente indietro nel tempo — a partire dal 1974 con l’introduzione dei Decreti Delegati, e poi con il primo Disegno di legge sull’autonomia nel 1978, fino alla prima normativa organica che ha introdotto la personalità giuridica e l’autonomia funzionale delle Scuole con la Legge 15 marzo 1997 n. 59, e infine con il Decreto del Presidente della Repubblica 8 marzo 1999 n. 275[1]. Ovviamente le innovazioni introdotte dalla Legge 13 luglio 2015 n. 107 — la cosiddetta Buona Scuola — sono ad oggi l’ultimo stadio di questa evoluzione normativa, che poi si è riverberata in tutti i settori della società, dato il ruolo fondamentale e imprescindibile dell’istruzione in ogni ambito.
 
È stata invece la Direttiva del Ministro della Funzione Pubblica sulla rendicontazione sociale nelle amministrazioni pubbliche del 17 febbraio 2006 ad introdurre in via ufficiale l’utilizzo del Bilancio Sociale anche in ambito scolastico. Ma anche nel caso specifico di questo strumento di comunicazione e rendicontazione pubblica si è assistito ad uno sviluppo in vari passaggi, perché l’adozione del cosiddetto Bilancio sociale della scuola è stata prospettata organicamente con la diffusione della nota del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca n. 3214 del 22 novembre 2012. In questa comunicazione infatti sono state trasmesse le Linee di indirizzo “Partecipazione dei genitori e corresponsabilità educativa”, redatte sulla base dei suggerimenti e delle indicazioni del FONAGS (Forum Nazionale delle Associazioni dei Genitori della Scuola), che hanno costituito la base pratico-applicativa del Bilancio sociale della scuola in quanto documento consuntivo di grande importanza. Infine, questo è stato reso definitivo con il Decreto del Presidente della Repubblica 28 marzo 2013 n. 80, che all’articolo 6 comma 1 lettera d numero 1, così recita “Procedimento di valutazione. […] d) rendicontazione sociale delle istituzioni scolastiche: 1) pubblicazione, diffusione dei risultati raggiunti, attraverso indicatori e dati comparabili, sia in una dimensione di trasparenza sia in una dimensione di condivisione e promozione al miglioramento del servizio con la comunità di appartenenza”.
Si pone dunque, una volta esposta per sommi capi la storia evolutiva di questo “documento consuntivo”, la domanda su cosa sia realmente: in un saggio molto preciso ed attento di Angelo Paletta si legge ad esempio che “Il bilancio sociale è il principale strumento attraverso il quale la scuola può assolvere l’obbligazione sociale della creazione di valore pubblico e dare trasparenza sul modo in cui sono prese le decisioni. Da queste considerazioni appare evidente che un discorso sul bilancio sociale della scuola ha senso se trova un robusto ancoraggio nei fattori che determinano i contenuti della responsabilità (la mission), l’ampiezza della responsabilità e gli stakeholder nell’interesse dei quali la scuola è tenuta responsabile (la governance), i meccanismi attraverso i quali è chiamata ad assolvere le proprie responsabilità l’accountability. Confrontando questa definizione con il dettato di legge si possono quindi individuare facilmente alcuni punti chiave iniziali:
  • Diffusione trasparente dei risultati ottenuti da un Istituto scolastico;
  • Promozione al miglioramento del servizio offerto;
  • Rapporto integrato con la comunità di interesse della Scuola

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